Cavic
Noi, gli insoliti vini di montagna!
Erano gli inizi degli anni ’90 quando Luca Caliari, investendo i primi risparmi, costituì l’omonima azienda agricola acquistando alcuni terreni nella vallata sottostante la famosa pieve di Santa Croce. Una conca naturale, che guarda benevolmente a sud-est, particolarmente favorevole alla frutticoltura di qualità.
Inizialmente Luca investe sul meleto, che grazie anche alla vocazionalità del territorio da ottime risposte in termini di qualità e soddisfazione. Con gli anni 2000 l’azienda si amplia, seguendo anche un’esigenza di diversificazione colturale. Non solo meleti ma anche vitigni di uve bianche, da conferire presso la Cantina Toblino. Accresce sempre più in questo periodo l’interesse per i vitigni e la vinificazione, interesse che di fatto ha già aperto la strada verso l’evoluzione futura.
È, infatti, con l’anno 2017 che si compie il definitivo passo in avanti dell’azienda; nella splendida cornice degli appezzamenti aziendali, Luca dà vita alla cantina Cavic (l’origine del nome deriva dal soprannome di famiglia ) dove comincia a vinificare in proprio le uve vendemmiate secondo i metodi appresi nel corso degli anni.
“Avere una propria cantina – afferma Luca – dove vinificare il proprio vino con metodi che esaltano i caratteri del nostro territorio, è il sogno di una vita che si avvera”
Il 2018 vede l’entrata in azienda del figlio Massimiliano, a dare nuova linfa all’azienda. Vengono, infatti, messe a dimora 3000 mq di ciliegio, volti a diversificare ulteriormente le colture aziendali e a darle le dimensioni attuali.
Ad oggi la Società Agricola Semplice Caliari Luca&Massimiliano ( divenuta tale dopo appunto l’arrivo di Massimiliano ) è costituita da 3 ettari di vite, 2 ettari di melo e 0,3 ettari di ciliegio. La produzione di mele e di ciliegie viene conferita nella vicina cooperativa Copag di Dasindo, di cui Luca è anche consigliere; grazie alle collaborazioni con le OP LaTrentina e Melinda il prodotto viene poi commercializzato e venduto. In parte anche la produzione di uva, varietà Chardonnay, viene conferita alle Cantine Ferrari di Ravina, destinata alla vinificazione del rinomato spumante.
Il resto delle uve bianche, Kerner, Pinot Grigio, Muller Thurgau, Solaris e Sauvigner Gris ( quest’ultimi due classificati nella categoria vitigni resistenti ), viene vinificata in cantina, attraverso metodi tradizionali e non, che rispecchiano la filosofia e le influenze che Luca e Massimiliano hanno “subito” negli anni.
Ritroviamo, infatti, tipologie di prodotti anche differenti fra loro : vini come il Macrì, un cuvee profumato e floreale, il Pief, un pinot grigio ramatico dove le uve vengono lasciate 8-10 giorni in macerazione, il Lingera, vino frizzante senza sboccatura prodotto con le uve Solaris, l’Insolito, un Kerner che dopo una prima vinificazione subisce un invecchiamento in barrique, e infine il Sonata, ultimo nato in azienda dai vitigni resistenti Sauvigner Gris e vinificato con l’ancestrale metodo delle anfore in terracotta. D’altronde Luca ci tiene a sottolineare il desiderio di dare personalità ai propri vini: “La filosofia della cantina è quella di fare vini che siano espressione del territorio, ma che abbiano anche una loro identità e una loro unicità”. Nel 2017 le bottiglie prodotte sono 3000, nel 2018 6000 e, infine, nel 2019 8000. Massimiliano si sofferma su questo rapporto numerico: “Possiamo arrivare a produrre 15.000 bottiglie nei prossimi 3-4 anni, questa è la dimensione che ci siamo dati e che intendiamo raggiungere, cercando di migliorare la qualità del nostro vino, giorno dopo giorno” Il mercato del vino è chiaramente un mercato “faticoso” e difficile, soprattutto per i territori di montagna, con costi e impegno molto superiori al resto d’Italia. Questa consapevolezza deve essere però inserita nella bellezza del nostro territorio e del potenziale turistico che può offrirci. Luca chiarisce distintamente questo duplice aspetto e di come possa rivelarsi un volano positivo anche per la sua azienda: “Siamo consapevoli di vivere in un territorio con paesaggi e scorci di rara bellezza, ricco di biodiversità e nello stesso tempo vicino a importanti centri turistici. Ci siamo resi conto , dalle visite in cantina che abbiamo avuto negli ultimi anni, di come il turista, oltre ad acquistare il prodotto, voglia vivere un’esperienza. Il nostro territorio può sicuramente aiutarci in questo.” Luca ribadisce anche un aspetto umano che esula la mera compravendita: “Il turista vuole ormai un’esperienza da portarsi a casa, quindi diventa di cruciale importanza il racconto del nostro lavoro. Riteniamo che in questo il vino sia un ottimo strumento di comunicazione e condivisione”
L’importanza della ricettività si percepisce immediatamente in azienda, anche grazie all’attività agrituristica (affitto di 2 appartamenti) che l’azienda gestisce nei piani soprastanti la cantina. Un’azienda, che per volere degli stessi produttori, ha sempre le porte aperte, in sintonia con quello che idealmente sono o dovrebbero essere il mondo del vino e la figura del vignaiolo. L’interazione azienda-territorio-turismo è anche per la Cantina Cavic un perno essenziale sul quale sta impostando il presente e il futuro.